Recensione di Musa Distorta del brano "TEKILA"
Viscerale, sentito e mai
ruffiano; sin dalle prime note alterna suggestioni blues incastrandole
in una struttura latin, nella migliore tradizione del rock tricolore di
fine anni 80, inizio 90. Un assolo tarato sul testo che introduce,
prepara una timbrica vocale calda e mai sopra le righe, nemmeno
quando sfocia in un refrain altamente esplosivo e rabbioso dalle
venature grunge, preceduto da una pausa che sembra posizionare
l’ascoltatore sul culmine di un precipizio prima del volo.
Il testo, a
tratti criptico, allucinato e rarefatto, si alterna a parti più intime e
riflessive. La composizione, ad alta gradazione alcolica, affronta
diversi temi, tutti legati dal fil rouge del viaggio, sia reale che
metafisico; una tormentosa ricerca di una direzione, di un senso e la
conseguente sensazione d’incertezza e di smarrimento.
Il brano termina con un assolo che apre al blues lasciando a chi ascolta un senso di calma e pacificazione.
Scritta da Musa Distorta
www.facebook.com/musdist
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